Gufo e allodola
Questa classificazione, i cui termini possono far sorridere, ha in realtà un’origine scientifica: è stata infatti introdotta da alcuni scienziati studiosi in particolare della cronobiologia. Una persona ha il sonno da gufo oppure da allodola sia in base a una predisposizione genetica sia a causa della sua personalità.
È stato analizzato come poco meno della metà della popolazione si schieri nettamente in una delle due categorie (le mattiniere allodole costituiscono circa il 10% e i notturni gufi il 30%), mentre l’altra metà si colloca in una via di mezzo, che al momento non ha ancora un nome identificativo ufficiale. Di questa seconda metà, alcune persone sono particolarmente sveglie e attive sia al mattino presto che la sera tardi, mentre altre manifestano sonnolenza in entrambi i momenti della giornata.
Gli studi scientifici su sonno da gufo e sonno da allodola
Sono stati fatti vari studi e test scientifici per conoscere meglio il sonno da gufo e il sonno da allodola e le percentuali di persone appartenenti a ciascun gruppo. Uno di questi studi è quello condotto dall’Accademia Russa delle Scienze, che ha suddiviso le persone in categorie dopo un esperimento condotto con 130 volontari a cui è stato chiesto di restare svegli per 24 ore consecutive.
Un’altra ricerca è quella guidata da Kristen Knutson, neurologa della Northwestern University, che ha monitorato il sonno di oltre 400.000 persone per sei anni: i risultati hanno dimostrato come le persone-allodole siano mediamente più sane delle persone-gufo, che invece sono più soggette a diabete, disturbi psicologici, patologie gastrointestinali e respiratorie. Le persone-gufo, nel complesso, rischiano di morire il 10% in più, per qualunque causa, rispetto alle persone-allodole.