La mancanza di sonno nei bambini è un disturbo che non va ignorato, in primo luogo per il loro benessere e, inoltre, perché può avere ripercussioni anche sulla vita adulta.

Quali sono i principali problemi del sonno nei bambini e come risolverli

La mancanza di sonno nei bambini può manifestarsi in diverse modalità. Alcuni piccoli, per esempio, non vogliono semplicemente andare a letto all’orario stabilito dai genitori, preferendo rimanere svegli a giocare o a svolgere altre attività. E se da un lato è positivo che i bambini si mostrino attivi e interessati, dall’altro è comunque importante stabilire una routine che consenta di impostare un regolare ritmo sonno-veglia, in particolare tra i piccoli in età scolare, che devono svegliarsi sempre alla stessa ora. In questo caso, si possono mettere in pratica alcuni semplici accorgimenti, dall’abitudine di leggere ai propri bimbi una favola prima di andare a letto al lasciarli in compagnia del loro pupazzo preferito, da abbracciare e coccolare prima di addormentarsi. Per combattere (ma anche prevenire!) i disturbi del sonno nei bambini, infatti, è fondamentale creare un ritmo regolare, con azioni e attività estremamente cadenzate: in questo modo, anche senza guardare l’ora, i piccoli sapranno che è arrivato il momento della nanna e l’accetteranno di buon grado.

In alcuni bambini, i disturbi del sonno nascono dal fatto di dormire in un’altra stanza rispetto ai genitori. Per comprendere più a fondo questo problema, però, è necessario fare un passo indietro, partendo dal momento della nascita. Secondo la pediatria moderna, infatti, il cosiddetto rooming in – ossia l’abitudine di tenere i bambini a dormire nella camera da letto dei genitori – è molto importante per il loro sviluppo cognitivo e relazionale, tanto che pressoché in tutti gli ospedali sono sparite le nursery e i neonati vengono fatti dormire da subito in stanza con le proprie madri che, in questo modo, possono anche soddisfare nell’immediato la loro richiesta di nutrirsi. La prassi di dormire con i genitori, sostengono i pediatri, dovrebbe continuare fino ad almeno i primi 6 mesi di vita del neonato. Arriva un momento, tuttavia, che il bambino può dormire da solo nella propria camera e, per alcuni piccoli, questo delicato passaggio che segna un primissimo passo verso l’indipendenza può generare una condizione di ansia e stress e, di conseguenza, causare problemi di sonno. In una situazione come questa è necessario non costringere il bambino a stare per forza da solo, ma aiutarlo ad addormentarsi diminuendo molto gradualmente la presenza del genitore. Una soluzione, per esempio, può consistere nel leggere un libro insieme al bambino, aspettare che si addormenti e quindi uscire dalla stanza. In alternativa, si può ricorrere al cosiddetto “metodo del bacio”, ritornando regolarmente nella stanza del bimbo e dandogli un bacetto, sia da sveglio che mentre dorme: in questo modo il piccolo percepirà la presenza costante del genitore e si sentirà sereno e rassicurato, mettendosi in quella condizione di calma e relax indispensabile per prendere sonno.

Nel caso di bambini con sonno disturbato dovuto alla paura del buio, invece, un utile accorgimento consiste nel lasciare loro una luce accesa, che può essere quella del comodino oppure di una lampadina meno potente nata per questo utilizzo, che si può trovare facilmente in commercio.

Gli integratori naturali per i disturbi del sonno nei bambini

Tra i rimedi per aiutare i bambini con problemi di sonno è incluso anche l’utilizzo di integratori alimentari, prodotti naturali che contribuiscono a favorire il rilassamento e il benessere, condizioni indispensabili per addormentarsi serenamente e avviare un regolare bioritmo tra giorno e notte.